giovedì 26 settembre 2013

Shadowhunter: Alec e Magnus

*Attenzione, questo pezzo può contenere un accenno di spoiler di "Città delle Anime Perdute", se non l'avete ancora letto e non volete rovinarvi la sorpresa, non leggete quanto verrà in seguito, grazie.*

Difficile tornare agli albori di una storia quando ci si sente traditi e le ferite sono ancora fresche nell'anima. Eppure Magnus si rese conto che andare avanti così era come condannarsi a una morte lenta e dolorosa, senza possibilità di scampo.
E quando, finalmente, si decise ad aprire la porta per uscire da casa -strano ma vero, camminare lo avrebbe aiutato a formare una specie di discorso potenzialmente sensato....forse- si trovò faccia a faccia con qualcuno che non era ancora pronto a vedere.
Occhi azzurri come l'acqua, spiccavano sul sangue che macchiava la pelle chiara: aveva i capelli neri arruffati, induriti dal fluido, che rendevano il suo viso sexy e quasi pericoloso.
Ma Alec non era così, e Magnus lo sapeva: il suo sguardo era gentile, affettuoso e timido. A volte anche determinato, ma mai il suo viso e i suoi occhi si sarebbero mostrati duri e sadici.
Lo Stregone sobbalzò, afferrando il ragazzo prima che potesse cadere a terra: aveva numerose ferite sul corpo, la divisa da caccia lacerata in più punti, le armi insanguinate che gli pendevano dalle tante cinghie.
E poi quelle rune, che già una volta, con il morso del Demone, l'avevano tradito, sembravano restie a curarlo nuovamente.
Magnus non disse una parola, trascinandolo rapidamente verso il divano, con calma e pazienza, facendo attenzione al corpo già martoriato del giovane: eppure, nei suoi occhi, si leggevano la preoccupazione e la paura per la vita dell'amante. Quando Alec toccò il divano, dalle sue labbra uscì un mugolio di dolore: nello stesso momento, il Presidente Miao, indignato da chi aveva disturbato il suo sonno, sparì in cucina.
Alec prese le dita dello Stregone tra le proprie: le scintille blu stavano già fuoriuscendo dai polpastrelli del giovane dagli occhi dorati.
"Magnus, ascoltami, io...." la voce gli morì in gola, una scia di sangue si disegnò nell'angolo della bocca, per poi finire a sgocciolare sul pavimento.
L'uomo scrollò le spalle e prese ad adoperare la magia per cicatrizzare le ferite del ragazzo: cercava il suo sguardo, per poi abbassare gli occhi a mandorla, ignorando che il Cacciatore, con le palpebre socchiuse, cercasse le sue iridi dorate.
Ispezionò il corpo del Nephilim con attenzione, costatando che non sarebbe morto: lui non gliel'avrebbe permesso e Alec era notevolmente più forte di quel che appariva.
Insomma, quanti Nephilim erano sopravvissuti al morso di un Demone Superiore?
Alec non era tipo da soccombere per così poco: eppure, negli occhi dello Stregone, non poteva fare a meno di formarsi un velo di tristezza e preoccupazione.

Magnus lasciò correre il suo sguardo sulla pelle bianca, sulle cicatrici e sulle rune: la divisa lacerata, le mani callose, il petto che, lentamente, si alzava e si abbassava. Come un flipper impazzito, gli occhi dorati seguivano la muscolatura dello Shadowhunter.
Ciò che Alec era e che per sempre sarebbe rimasto.

"Magnus...." lo chiamò il giovane, con voce roca. Era pallido in volto, più magro di prima: le profonde borse sotto gli occhi si erano fatte più accentuate con la perdita di sangue.
"Perché sei venuto da me?" domandò, il tono freddo e distaccato, in contrasto con gli occhi da cui traspariva tutt'altro sentimento. "Perché non sei andato all'Istituto per curarti?"
"Io...volevo vederti." fu schietto, non ci girò attorno.
"Adesso? In punto di morte? Alexander, io...."
"Ascoltami." Alec lo interruppe con tono deciso, quasi irremovibile. Non c'era spazio per la timidezza o i dubbi: non ora, che aveva trovato il coraggio di parlare. "So che non vuoi avere più a che fare con me, so che mi odi per quello...che ho fatto." disse. "Sono stato egoista e immagino che niente possa tornare come prima. Io...ho sbagliato, mi sono lasciato ammaliare dalla possibilità di poter stare con te, a pari passo, senza alcuna immortalità di mezzo...." la voce si affievolì leggermente, come colta alla sprovvista da tante parole. "Mi dispiace, è stato stupido da parte mia...."
"Te l'ho già detto, oramai è fatta." parole dure, che celavano una nota di dolore.
Alec si alzò sui gomiti, osservandolo per qualche istante: la mandibola si contrasse, gli occhi si fecero cupi. Annuì impercettibilmente a quelle sillabe, come se fosse dura, per lui, credere Magnus le avesse pronunciate.
"Forse è meglio che vada...." si alzò, barcollando, osservando lo Stregone immobile con gli occhi fissi sulle chiazze di sangue rimaste sul divano. Fece qualche passo, strisciando i piedi, poi si accasciò a terra, riverso su un lato.
Magnus corse da lui, facendolo voltare nella sua direzione: enormi lacrime scivolavano sulle guance di Alec e si mischiavano al sangue delle ferite non ancora rimarginate. L'intruglio rosato gocciolò sul pavimento sporco, evaporando dopo pochi istanti.
"Non posso perderti, non voglio." singhiozzò Alec, cercando gli occhi dorati dell'amato. "Io non so cosa dire, cosa fare per farmi perdonare....Non ho scusanti, probabilmente non potrò mai rimediare a questo danno ma...." sembrava un bambino, con i capelli scuri che gli andavano sul volto e le lacrime che restavano intrappolate tra le ciglia. "Magnus, ti amo. Te lo giuro: non volevo rovinarti la vita.... Volevo solo vivere con te, camminare con te...."
Fu a quel punto che lo Stregone decise di soffocare le parole del ragazzo con un bacio: le labbra del Nephilim sapevano di sangue e sale, mentre quelle del compagno avevano un retrogusto di menta e lacrime.
Le lingue si cercavano a vicenda, i denti cozzavano, il respiro di entrambi si fece più corto e affannoso: ben presto Magnus e Alec colmarono le distanze, cercandosi con le dita, con i baci, i sospiri che echeggiavano nella stanza vuota e buia.
Bruciava tutto, lì dentro: i vestiti volarono via, come dati in pasto alle fiamme, la pelle sudata infiammò anche il terreno e l'aria, lasciando credere ai due che l'Inferno fosse sceso lì, tra loro.
Gli sguardi s'incrociavano, le dita s'intrecciavano nei capelli e percorrevano le cicatrici: la freddezza si sciolse nell'amore mai spento che percorreva, come un filo di lava, i due ragazzi aggrovigliati sul pavimento.
Si colmarono a vicenda, risanando l'uno le ferite dell'altro: ritrovarono il sorriso e il piacere, il calore che il dolore e la mancata fiducia avevano strappato loro dall'anima.
Le parole, come le vesti, parevano solo un impiccio: in quel momento i tocchi, i sospiri, i baci dicevano più delle sillabe stesse.

E quando, finalmente, stanchi e sudati, ripresero fiato, fu Magnus a prendere parola per primo: guardò negli occhi il Nephilim, baciando una cicatrice sulla clavicola e un marchio, gli occhi che lampeggiavano di malizia e dolcezza.
"Ti amo anch'io." parole che non si possono pronunciare con leggerezza e con chiunque. "Alexander, ascolta..."
Il Cacciatore pose un dito, impacciato, sulle labbra dell'amante: sorrise debolmente, gli occhi azzurri che cercavano quelli dello Stregone.
"Per ora non pensiamoci...."
E lo attirò a se per baciarlo ancora....


Non so se è venuta bene, ma io lo spero di cuore ^^ Questo pezzo lo dedico alle fan della coppia e al mio adorato fratellino <3

mercoledì 18 settembre 2013

Another Side: tre anni dopo

Quando aprii gli occhi, era ancora notte fonda: nessun incubo, nessuna sensazione strana, solo... Il sonno era diventato più sottile e il respiro di Ian, il suo leggero russare, mi aveva svegliato.
Mi voltai verso di lui, scrutando nella penombra i tratti del suo viso: affilati ma allo stesso tempo dolci, quando chiudeva le palpebre somigliava a un bambino innocente.
Passai le dita sul suo viso, spostando una ciocca bionda che gli era caduta sugli occhi: lui mi osservò, le iridi come rubini brillavano di luce propria. Si mosse, cercandomi, sospirando pesantemente come chi ancora ha sonno, ma sa che deve alzarsi: mi mise una mano sul ventre gonfio, baciandomi sulla clavicola.
Rabbrividii e sorrisi, i canini che risplendevano, come i suoi, nella notte.

-Stanno bene le mie ragazze?- domandò, biascicando.
-Fin troppo bene, Ian. Ci coccoli troppo, lo sai?- accennai un sorriso e mi stiracchiai, pigra come un gatto.

Lui mi baciò la pancia, scoprendola dalla camicia da notte: le cicatrici s'intrecciavano sulle membra, un ricordo non tanto lontano della mia vita come combattente. Di certo lui sapeva che, una volta terminata la maternità, avrei preso a rimettermi in forma: non che ce ne fosse bisogno, ma mi piaceva restare agile e scattante, in caso di bisogno.
La guerra era finita tre anni fa: la pace era stata gestita dai Leader delle Terre in conflitto e, nonostante ancora adesso ci sia gente restia a varcare la Barriera di Trabia, le cose non stanno andando così male. Lentamente, molto lentamente, tutto si sta aggiustando, anche se le ferite da risanare sono ancora molto profonde, soprattutto per quelli come noi: mezzi demoni, demoni e maghi ancora portatori della Magia sono guardati male, con occhi di chi non è abituato ad avere a che fare con loro.
Ma ho come la sensazione che, a forza d'insistere, i rapporti si riallacceranno e per tutti la discriminazione non sarà altro che un ricordo lontano.

Il tempo, si dice, sa risanare le ferite: eppure June, nonostante fossero trascorsi tre anni, non mi sembrava aver perdonato del tutto Jasper. Lui, che era sparito quando avevamo più bisogno di lui....forse non sarei riuscita neanch'io a perdonarlo: adesso, lei, aveva deciso di trascorrere più tempo possibile assieme al Popolo della Magia, affiancata dalla piccola Eve che non era cambiata di una virgola da quando l'avevamo conosciuta la prima volta. Ripensandoci ora, credo siano state loro quelle che, in un modo o nell'altro, avevano influito di più sulla battaglia: June con la sua grande magia, Eve con la semplice presenza, che aveva trascinato tutti noi alla sua ricerca.

Sfiorai la mano di Ian, intrecciando le mie dita con le sue: lui, con i suoi occhi maliziosi, mi guardava da dietro le ciocche bionde. Quando dorme è un bambino, ma quando le sue iridi si scoprono...diventa un essere seducente e malizioso, ma rispettato da ogni membro della Guardia.
Ora mi spiego come ho fatto a innamorarmi di lui.

-A cosa pensi?-
-A come mi sono innamorata di te dal primo momento in cui ti ho visto.-

Lui sorrise, quasi compiaciuto, come per dire: "ovvio, sono veramente figo". Lo baciai sulle labbra e mi sistemai con la testa sulla sua spalla: il suo braccio cingeva la mia schiena e mi accarezzava i capelli arruffati.
E gli altri, vi chiederete?
Stanno tutti bene, all'incirca: Lory e Asu hanno deciso di viaggiare tra le Terre, anche perché la ragazza non era così entusiasta di Esthar e il mezzangelo aveva deciso di stare con la compagna. Ogni tanto vengono a trovarci, ma credo che faccia troppo freddo per loro, qui.
Ryu aiuta nei rapporti fra Trabia ed Eshtar ma penso che sia stufo di fare quello che sta facendo: conoscendolo, non credo che resisterà molto e che presto lo vedremo partire alla ricerca di nuove avventure.
Marion è diventata un Consigliere, quasi il braccio destro, di Tristan Whitecrown, Re di Galbadia, e lo affianca in ogni decisione difficile: dopo la perdita del suo uomo, si è buttata a capofitto nelle trattative che consentissero alle Terre di mantenere una pace duratura.
Credo che per lei sia stato più difficile che per altri, accettare che Shawn fosse uscito di senno. Ma stava reagendo, e molte persone che le vogliono bene continuano a sostenerla.
Garyo si è stabilito in un villaggio poco distante da noi: credo sia felice o, almeno, da quel poco che riesco a vedere deduco che non abbia da lamentarsi.
Desmond è partito, anche lui, per un lungo viaggio: ogni tanto si fa vivo con una lettera. Nell'ultima diceva di aver trovato qualcuno che gli facesse compagnia....beato lui.
Chi manca?
Ah, sì, Dante: quel dongiovanni si è stabilito con Selya in un Forte, dove c'è parecchio da fare. Dopo aver costatato che il Lupo non aveva nulla da offrire, ha deciso di fare il Guardiano della Barriera e Selya non ha esitato, quando lui le ha proposto di andare insieme.
Il Forte del Lupo è stato rimesso in sesto, ma già quando siamo arrivati, abbiamo trovato ben poco da fare: gli abitati si erano tirati su le maniche e avevano preso a scostare cenere e morti, ricostruendo le case e la locanda di Deena. Eppure, numerose cicatrici sono impresse sui guerrieri, testimoni mute di quella notte infernale: anche solo scorgendo il moncone, anche se provvisto di protesi, di Kaith ricordo il sogno che avevo fatto con i miei compagni quella notte e, in bocca, percepisco il retrogusto amaro del dolore e dell'impotenza.
Poi, però, leggo negli occhi degli uomini e delle donne della Guardia la determinazione e la forza di andare avanti: abbiamo pianto coloro che non c'erano più la stessa notte in cui abbiamo festeggiato il nostro ritorno e poi, il giorno dopo, ognuno ha dato una mano per ricostruire un pezzo della propria vita.
E ora eccoci qui, tre anni dopo: tutto è cambiato, ma allo stesso modo nulla è mutato per intero.
Ci sono ancora litigi e controversie, piccole scaramucce e diffidenza ma, come per quella notte, ognuno di noi sta dando qualcosa per costruire un futuro di cui poter andare fieri.

-Tra poco ci sarà l'alba...andiamo a vederla?- domandai a Ian.

Lui annuì, sapendo che era inutile provare a dirmi di no: mi accompagnò fuori, al freddo, tra la neve che mi aveva dato la vita e che mi aveva fatto incontrare tutti loro. Avvolta nella coperta e nelle braccia forti di Ian, volsi lo sguardo verso le montagne che, lentamente, lasciavano che la luce del sole filtrasse tra le rocce e la neve, colorando il cielo e disperdendo le tenebre e le stelle.
Trassi un sospiro di sollievo, adagiandomi con la schiena sul petto del mio compagno.
Chiusi gli occhi, riaprendoli poi, e guardai il ragazzo che mi teneva stretta a se.
Ci baciammo: un contatto semplice, intimo, complice.
Sorrisi, il fiato mi si condensava in una nuvola di vapore.
E io?

Io sto bene qui.....




Questo pezzo è una specie di Fanfiction ambientata tre anni dopo gli eventi narrati in Quest: la dedico a tutti i ragazzi di Final Fantasy Apocalypse, soprattutto ai Master, che hanno tirato su uno splendido racconto.
Buona notte a tutti....

lunedì 26 agosto 2013

Oggi dico.....

Sono ancora viva, non temete.
Ouf, mi fa male la spalla destra a forza di tagliare quel maledetto prosciutto crudo D:
Prima di tutto, voglio ringraziare una ragazza che possiede un blog di traduzioni di canzoni giapponesi: su mia richiesta ha tradotto "Requiem of Red" e devo dire che è stata davvero gentile nel farlo. Così, almeno, so cosa canticchio e so cosa dice la canzone.
Poi, che dire, l'estate sta finendo (evviva, fila via caldo u.u) e sta ricominciando a fare fresco: amo il freddo, la stagione invernale è la mia preferita *-* Con i capelli che ho, poi, sto d'incanto: mi fanno da sciarpa se la dimentico a casa.
In questi giorni avevo pensato a varie argomentazioni da postare, e le scrivo qui in ordine di "pensata":
- paure;
- manga che si possiedono;
- droghe (non droghe vere D: robe tipo manga, anime, film, scan, canzoni, ecc...)
- ossessioni;
- ciò che piace;
- recensioni film/manga/libri;
- i miei libri preferiti.

Per ora c'è ciò, ma vorrei trovare altre mille cose da scrivere >.< Giusto da recuperare qualche brandello di pubblico: mi piace sapere cosa ne pensano gli altri, ma mi rendo conto che non ho molto da offrire. Non sono brava come traduttrice, nè ho una così vasta gamma di libri da recensire.
Ouf, mi si è abbassata la pressione e con essa la stima di me stessa >>"

Evviva la pigrizia dello stregatto!
Se domani ho abbastanza forza di volontà, mi alzerò e andrò a fare un giro con la bici....sto mettendo su peso!
Per ora è tutto: una buona giornata a tutti!

Ps. Qui *click* c'è la pagina della ragazza di cui vi ho accennato =)


lunedì 19 agosto 2013

Gangsta (manga): riflessioni e recensione


Oggi mi prendo del tempo (visto che sono ispirata) per parlarvi di un manga di cui mi sono innamorata (pur non essendo ancora uscito in Italia).
ATTENZIONE, POSSONO ESSERCI SPOILER.
Parliamo di Gangsta, un manga dai disegni divini e senz'altro particolari, che include, tra l'altro, una trama che induce il lettore a sapere come andrà a concludersi.
Ma passo a spiegare tutto tramite una scheda.

Titolo: Gangsta
Autore: Kosuke
Tankobon: 3 (in corso, in Giappone) 
Genere: Seinen, Azione
Trama: Volete liberarvi di qualcuno? Ci sono Nic e Worick, i vostri gangster di quartiere. Che si tratti di pestare bande di teppisti, sgominare gang per conto della polizia, lottare all'ultimo sangue contro ex-mercenari o consegnare pacchi,"Benriya Co" è quello che fa per voi! (Tratta da Mangaeden)

Probabilmente la trama non dice molto all'inizio, ma vi assicuro che è solo per non rovinare il contenuto del manga, che si evolve sin dalle prime pagine: all'inizio, infatti, conosceremo i due protagonisti (Nicolas Brown e Worick Arcangelo) che, terminato un lavoro, prenderanno come "bottino" la bella prostituta di nome Alex Benedetto, il quale diverrà ben presto un perno sul quale si evolverà la trama.
A fare da contorno alla vita dura e ricca d'azione dei tre protagonisti, ci saranno famiglie mafiose in perenne contrasto e agenti di polizia che collaboreranno, appunto, con i due mercenari che non mancheranno di mostrare a tutti le loro abilità, spesso celate in scene comiche o di vita quotidiana.
Man mano che la storia andrà avanti (al momento siamo al ventiduesimo capitolo) avremo qualche assaggio del passato di Nicolas e Warick, ma anche di Alex, vuoi tramite flashback (soprattutto da parte della ragazza) vuoi tramite capitoli appositamente inseriti per spiegare da dove arrivano e come si sono conosciuti i due ragazzi.
A fare da punto fondamentale della trama, c'è anche la faccenda dei "Twilight", persone dalle speciali abilità, all'apparenza esseri umani come tanti, ma in realtà fenomenali e resistenti guerrieri che combattono assoldati per uccidere o proteggere, a seconda dei bisogni.
Per l'appunto, proprio Nicolas appartiene a questa categoria: di livello A/0, è ritenuto uno dei più forti in assoluto, ma si scoprirà poi essere un "falso", poiché utilizza dei medicinali per aumentare le sue prestazioni fisiche.
Viene qualificato da un altro twilight al massimo un B/5.
Non è solo Nicolas ad avere queste particolari abilità: conosceremo poi anche Delico, assoldato dalla Famiglia Monroe per fare da scudo al Rappresentante, detto "Danny il pistolero", essendo solo un D/0, quindi categoricamente inferiori ad altri abili guerrieri.
Si verrà poi a sapere che i Twilight sono nominati così perché non vivono troppo a lungo e, inoltre, sono vincolati da tre regole specifiche: sono ritenuti da molti dei mostri, o semplici oggetti da usare e gettare via. Come vedremo poi nel manga, per fortuna, non tutti sono dello stesso avviso.

Rapida rapida sui disegni: sono innamorata dei disegni, che distinguono perfettamente ogni personaggio. Molto forti, adatti all'ambiente violento del manga, sanno anche essere molto delicati in alcuni punti e nelle scenette comiche sottolineano battute o riferimenti ironici.
Splendidi come pochi! 

PERSONAGGI:

Nicolas Brown: twilight A/0, 34 anni, è un giovane uomo orientale, alto 169 cm (infatti odia chi è più alto di lui) ma dalla corporatura muscolosa e ben delineata. I tratti del disegno evidenziano il viso spigoloso e i grandi occhi buoni, nonostante lo sguardo truce che spesso lo rende un essere da temere, agli occhi degli altri: è sordo e comunica tramite il linguaggio dei segni. Usa spesso una katana per lottare, ma sa cavarsela molto bene anche a mani nude.
All'apparenza può sembrare spaventoso (come già detto) ma è gentile, si preoccupa spesso per Nina e Alex e non manca di aiutarle quando può.
E' figlio di una vagabonda e di un mercenario, che non mancava di definirlo "mostro": sua madre è stata uccisa, appunto, da quest'ultimo e il bambino è stato allevato come guardia del corpo, assoldato poi dalla famiglia Arcangelo per proteggere Worick. Ucciderà poi il padre di quest'ultimo, che non mancava mai di menare il figlio.
Ha un rapporto molto particolare con Worick: parecchie volte, tra l'altro, i due sono proprio il perno di alcune scene comiche.
Nonostante sia sordo, a volte comunica a voce ciò che pensa, ma è ritenuta una cosa molto rara.

Worick Arcangelo: protagonista, insieme ad Alex e Nic, è un attraente uomo sui 35 anni, alto 182 cm, con lunghi e setosi capelli grigi. E' muscoloso, e porta una benda sull'occhio sinistro, sotto alla quale si nascondo una profonda cicatrice (data da una sigaretta spenta dal padre proprio nell'iride del figlio): i tratti lo descrivono come un uomo muscoloso e di bell'aspetto, infatti lavora come gigolò nel fine settimana (ma fa questo lavoro da quando aveva 13 anni circa). Allunga spesso le mani su Alex e ha un'aria molto più dolce e spensierata rispetto a Nic: è molto abile con la pistola e nasconde un temperamento molto impulsivo, soprattutto riguardo ai commenti della gente quando vedono il suo amico/collega.
E' figlio di una prostituta, definito "problematico" dalle domestiche e dallo stesso padre, che non mancava di picchiarlo quando ne aveva l'occasione: quando incontra Nicolas, se lo prende molto a cuore, notando che entrambi subivano abusi (lui dal padre, Nic dai mercenari).

Alex Benedetto: ex-prostituta di 24 anni, viene salvata dai Benriya dopo l'uccisione di Barry, il suo protettore. Parla a stento la lingua dei segni, ma si sta impegnando molto per impararla, così da poter comunicare con Nic: è abile in cucina e nel canto. Soffrirà per un po' di ansia e allucinazioni, dati dalla disintossicazione della pillola TB (per la tubercolosi), somministrata alla ragazza per essere più accondiscendente nel suo lavoro come prostituta.
Dai tratti molto dolci e gentili, spesso si dimostrerà un'ottima aiutante, anche nelle situazioni più pericolose: non cede davanti alle avance di Worick, ma è comunque legata al giovane, forse per la gratitudine riguardo al salvataggio dalla strada. Con Nic comunica poco, ma si sorprende di quanto il ragazzo compaia dal nulla per proteggerla o aiutarla: infatti sarà proprio quest'ultimo a dirle di perfezionare il linguaggio dei segni, non capendo ciò che dice, proprio mentre lei confesserà di andarsene appena potrà. Un modo un po' rude del giovane per dirle di rimanere.
Si scoprirà avere un fratello minore di nome Emilio.

Nina: una ragazzina di 12 anni, molto dolce, è legata ai due Benriya, ma soprattutto a Nic, con la quale comunica con il linguaggio dei segni. E' l'assistente del Dottor Theo, molto protettivo nei suoi confronti, ed è già considerata un abile medico (tanto che rattoppa spesso Nic dopo le sue battaglie all'ultimo sangue). Sarà proprio lei a dire ad Alex che Nic non è una persona cattiva, vista la domanda della donna: "Tu non hai paura di Nicolas?".

Delico: appartiene alla famiglia Monroe, presumibilmente sui 25 anni, è un ragazzo dai capelli chiari e dagli occhi bicolori (uno è castano, l'altro di un intenso blu). E' un twilight di categoria D/0, ma è definito utile come scudo, ad esempio: è un personaggio che ispira tenerezza, con gli occhi perennemente intenti a osservare qualcosa d'invisibile per gli altri. Si scoprirà essere un orfano, ma con una sorella (probabilmente gemella) che sarà rapita in seguito alla distruzione della struttura: la sorella (di nome Erika), tuttavia, possiede entrambi gli occhi di un blu molto intenso, ed è definita più talentuosa del fratello (se non vado errata, anche lei è un A/0).

In conclusione, consiglio agli appassionati del genere la lettura di questo manga: la cosa bella è che i capitoli contengono in media 35 pagine (variano da 32 a 37), quindi una lettura che si protrae per un po’ e che porta la storia a proseguire, nonostante i tempi di attesa di circa un mese.
Spero vi sia piaciuta la mia "recensione" (devo riprenderci la mano, ho scritto recensioni alle superiori nel giornale scolastico ma credo di essermi arrugginita): per qualsiasi cosa, commento!
Aggiungo solo un'ultima cosa, poi giuro che la pianto: potrà anche essere sconosciuto ma questo manga è uno dei pochi che mi appassiona davvero, che mi coinvolge nella storia e che mi porta a sapere sempre di più sui personaggi; in alcuni punti mi viene da piangere, in altri rido come una pazza. Ma lo dico con il cuore in mano: leggetelo, se potete, perché è davvero un'opera fantastica.

Detto questo, buon pomeriggio a tutti dalla vostra Stregatta =)

Ps. le scan in inglese le potete trovare un po' ovunque, ma in italiano consiglio di dare un occhio qui *click*

giovedì 15 agosto 2013

La decisione dell'Arciere

"Era scesa l'oscurità nel Forte: nell'aria c'era odore di morte, di fuoco e fumo. Ogni cosa ricordava la battaglia durata tutta la notte, che aveva portato con sé vite innocenti di guerrieri coraggiosi e persone che abitavano all'interno di quelle mura, all'apparenza, inespugnabili.
E, come se non bastasse, avevano portato via una persona a noi cara: la bambina dai capelli rossi, innocente come l'acqua, fragile come un cristallo.
L'avevano strappata dalle braccia della madre e dei compagni, di chi avrebbe dovuto proteggerla: non posso fare a meno di chiedermi se sarebbe cambiato qualcosa con la nostra presenza.
Se, usando i nostri poterti, avremmo potuto salvarli, aiutarli, scacciando chi aveva allungato i suoi artigli su di noi.
Guardavo il mio riflesso distorto nel secchio d'acqua: mi sciacquai il viso con il liquido gelido, ma sentii comunque le lacrime minacciare di farsi avanti. Volevo arrabbiarmi, ma non potevo: forse poteva essere un vantaggio, ragionando a mente fredda su come colpire e agire.
Su come torturare i nostri aggressori una volta trovati.
La mia mente passò a rassegna quelle che conosceva: staccargli le unghie, legarli nudi in mezzo alla neve ricoperti di ferite per attirare gli animali, tagliare loro i genitali e farglieli ingoiare.... Sadici modi di vendicare chi non potevo più salutare o vedere.
Non volevo piangere, ma sentivo che una parte di me voleva farlo: desideravo seppellire il mio viso sul petto di Ian ed esplodere in lacrime.
Ma a cosa sarebbe servito?
Mi asciugai il viso, guardando in direzione della ragazza chiamata "Strega": io e i miei compagni attendevamo solo lei per partire, e ogni secondo era fondamentale per non perdere le tracce.
Ma per seguirle serviva qualcuno che sapesse cosa fare e come agire.
E quella non ero io: io ero emotiva, impulsiva. Seguivo il cuore e l'istinto, non analizzavo la situazione a mente fredda: conoscevo, però, chi poteva farlo.
Ma sarebbe stato un grosso sacrificio per me e avrei infranto una promessa importante: l'avevo giurato sul laccio che portavo al collo, a me stessa, al tatuaggio che ora decorava il mio polso.
L'avevo giurato al guerriero mezzodemone.
Eppure lei mi serviva.
Combattuta, afferrai la punta spezzata di una lama che giaceva a terra, annerita dal fuoco che aveva divorato tutto, vite e la stessa notte: guardai il riflesso dei miei occhi sulla lama, e uno sguardo vuoto rispose. Uno sguardo pieno di paura, di tristezza, ma determinato a uccidere, assetato di sangue come dello stesso ossigeno: doveva solo trovare qualcuno che lo frenasse, dandogli briglia sciolta solo al momento giusto.
Zac.
La prima ciocca scivolò a terra, sulla neve: lunga e morbida, con riflessi ramati, ricordava un ramo contenente braci accese.
Zac.
La seconda la seguì, sfiorando la guancia non appena la lasciai andare: sentivo freddo sul collo, i sensi di colpa dilagare sino alle punte delle dita.
Non volevo farlo, ma....
Sapevo che senza di lei non me la sarei cavata: un'ultima volta, come una droga, avrei assaporato la sensazione di essere Cinder, la ladra, l'assassina fredda e calcolatrice.
Zac, zac, zac, zac.
Ora ai miei piedi c'erano una marea di rami scuri con vene di braci: morbidi, caldi, ora erano a terra, tra la neve smossa e i cocci anneriti dal fuoco.
Guardai il riflesso sulla lama: due occhi, uno grigio come la cenere, e l'altro di un verde misto al marrone, spiccavano sulla pelle bianca e risposero alla mia occhiata. Occhi freddi, determinati, assetati di sangue ma calcolatori e attenti: iridi che conoscevo da tempo, le stesse che avevo da bambina, prima di conoscere l'amore.
Ora, lo stesso amore mi aveva spinto a tornare indietro: l'affetto per le persone che mi avevano accolto nonostante la mia diversità, le stesse che mi avevano protetto e consolato, che mi avevano aiutato a superare i miei dubbi.
Che mi avevano aiutato ad accettarmi per ciò che ero.
Legai le ciocche corte, montando su Sean: i miei compagni mi avvisarono che anche la Maga era pronta.
Quando li raggiunsi, con il cappuccio alzato, nessuno mi chiese perché i miei capelli erano stati tagliati o perché quegli occhi fossero striati di grigio: avevano anche loro pensieri e tormenti, legati a eventi che ci avevano portato ad abbandonare casa per cercare quella bambina.
Mi voltai ancora una volta verso il Forte, osservandolo e pregando Lilith di proteggerli sino al nostro ritorno: la supplicai di difenderli, di fare in modo che trovassero la forza di superare quel momento difficile.
Poi mi voltai, cavalcando verso sud.
In lontananza, una lama brillava nella neve smossa: il vento accarezzò i capelli scuri di una donna che aveva appena infranto una promessa."


 Tutto basato su ciò che accade qui *click* (per intenderci, alla fine del Secondo Capitolo "The wolf's brand"): spiego subito che si taglia i capelli perché, da bambina, era costretta a farlo a causa del ladrocinio, quindi per lei ciò è simbolo di apparteneza al passato.
Spero di cuore che vi piaccia, nonostante non sia la perfezione fatta e finita =)
Ma si sa: quando si segue l'istinto nulla è garantito.
In ogni caso, spero di essere riuscita a rendere l'idea.
Notte a tutti!

Taking the hobbits to Isengard

Prima di tutto, buon Ferragosto a tutti! Dovrebbe essere la giornata più calda di tutte, ma è stata abbastanza fresca e ha aiutato la vostra Stregatta a superare l'astio nei riguardi del caldo: oggi ho mangiato qualsiasi cosa, dando sfogo alla mia voglia matta di dolci e pane. Sono troppo golosa, ancora di più quando mi viene il ciclo (evvai! \o/).
Oggi (e ieri notte) il tema è stato: "Taking the hobbits to Isengard"
Che dire? Io e i miei amici abbiamo fatto i matti, come al solito: non mi aspettavo nulla di diverso dai miei allegri compari. Ho anche avuto modo di rivedere Varden, una delle persone a me più care: la chiamo così da quando ci siamo conosciute, conoscendo la sua passione per Eragon. Caso vuole che lei si chiami anche Vanessa e di secondo nome Arden...quindi, fate voi XD
In ogni caso, è stata una giornata movimentata, anche per il nuovo gioco "Fanta-Risico", nato dalla mente geniale del mio collega Zexi (chiamato Andrea XD o forse si dice il contrario?): tuttavia, abbiamo capito che dobbiamo giocare da soli, di notte, altrimenti abbiamo troppe distrazioni.
Buon pomeriggio (oramai sera, ma il sole mi distrae) a tutti e un bacio dalla vostra Stregatta che ora si rilassa X3

mercoledì 14 agosto 2013

In un giorno felice, arriva.....

NON E' POSSIBILE!
Ogni volta ce n'è una: e prima è troppo difficile, e poi è troppo facile....che roba lunga!
Se si decide un tema è quello: non puoi dirmi all'ultimo che non si fa quello, anche perché non si fa. Oramai il costume l'ho avviato: adesso il colmo sarebbe che nessuno va in cosplay, così divento la scema di turno, l'unica che si porta dietro venti borsoni per un costume.
Non ho parole.
Mi sono rovinata la serata: sono cose futili, lo so, ma ti rodono il fegato. Se fai parte di un gruppo e decidi TU il tema iniziale, non puoi tirarti indietro all'ultimo: spero vivamente che cambino idea, perché così non possiamo andare avanti. Si fa prima a dire che non c'ganno voglia di fare i costumi, sinceramente mi fanno risparmiare tempo e soldi.
Soldi che potrei usare in altro modo.
E dopo questo sfogo, vi lascio con una bella canzone: domani non ci sono, vado da amici e parto stasera. Non ho connessione, ma recupero in serata, visto che il mattino seguente devo alzarmi per finire un lavoro ( andare a lavoro nel pomeriggio).

Questa è una delle mie canzoni preferite, comunque.
Spero di cuore che le vostre arrabbiature passino ben più rapide delle mie, ragazzi/e!


Ps. Il testo l'ho preso qui *click*